Useremo l'IA per scrivere le minute?
L'automazione di processi è l'unico beneficio dell'IA? Come viene usata oggi l'IA al lavoro? Quali saranno le competenze del futuro?
Entro il 2028, 86% dei lavoratori userà l’IA nel proprio lavoro. Già oggi, 75% ne fa uso, e il 46% solo da meno di 6 mesi
Con i dati Copilot, Microsoft ha misurato risparmi medi di 6 minuti su 14 nel redigere un primo draft per un output editoriale, 32 minuti su 43 nel redigere le minute di una call, 6 minuti su 24 nel svolgere ricerche generiche
In un sondaggio Gartner, 22% dei dipendenti intervistati temono la sostituzione del proprio lavoro da parte dell’IA, visione su cui l’HBR non concorda, indicando in una trasformazione del concetto odierno di lavoro il vero fenomeno da osservare di qui al futuro
Già oggi competenze e AI-Aptitude sono leve competitive rilevanti sul mercato del lavoro: solo su LinkedIn Learning, si è osservato un aumento del 160% di utenti non tecnici su corsi di AI-Aptitude negli ultimi 6 mesi
La vera sfida per il futuro, secondo il WEF, è rappresentata dallo sviluppo delle competenze cognitive, tra cui in forte crescita pensiero creativo e analitico
L’IA come scriba amanuense, Dall-E, immagine mia
Entro il 2028, 86% dei lavoratori userà strumenti di Intelligenza Artificiale nel proprio lavoro, con benefici attesi pari a +39% di produttività e +30% del proprio salario.1 La previsione sembra rosea, ma il trend è consolidato: già oggi 75% dei dipendenti utilizza un tool di IA sul lavoro (46% solo da meno di 6 mesi) e 78% degli utilizzatori usa un tool non aziendale (con tutte le preoccupazioni del caso per temi di sicurezza, dati e privacy).2
Il cosiddetto fenomeno BYOAI (Bring Your Own AI [at work]) non desta solo preoccupazioni di sicurezza per i dati di lavoro, ma anche curiosità, sia perché trasversale a tutte le generazioni3, sia perché rivela qualcosa sul tasso di adozione delle singole tecnologie, dove ChatGPT conduce quasi senza rivali (il secondo rivale è Bing, integrato con Copilot Microsoft, ma ChatGPT è di OpenAI, anch’esso partecipato da Microsoft).4
Nel mainstream odierno, l'IA sta rispondendo principalmente alla necessità percepita di aumentare la produttività, scaricarsi da task cognitivamente stressanti ma a basso valore aggiunto: per dare qualche numero, 68% delle persone intervistate per il report di Microsoft e Linkedin dichiara di far fatica a star dietro al volume delle attività richieste e il 46% si definisce in situazioni di burn-out.5
Guardando ai dati raccolti da Copilot, tool integrato nella suite O365 di Microsoft, l'uso dell'IA permette effettivamente un risparmio di task standard: si parla di un risparmio medio di 6 minuti su 14 nel redigere un primo draft per un output editoriale, di 32 minuti su 43 nel redigere le minute di una call, 6 minuti su 24 nel svolgere ricerche.6
Altro fenomeno interessante è la paura della sostituibilità: più di metà delle persone intervistate nella survey di Microsoft7 ammette di essere riluttante a usare l'IA per task considerati “importanti” e 53% dichiara di percepirsi sostituibile se dovesse utilizzarla così.
D’altro canto, in un sondaggio del 2023 di Gartner ripreso dall’Harvard Business Review, 22% dei dipendenti intervistati si aspetta che l'IA sostituisca il proprio lavoro nei prossimi cinque anni, visione pessimistica su cui l’HBR non concorda, e anzi rilancia indicando in un cambiamento di ruoli e lavori la vera prospettiva nel quale leggere il fenomeno.8. Alcuni spunti di riflessione:
HBR indica un tendenziale cambio di paradigma sull’idea di competenza e percorsi di carriera, ipotizzando modelli di crescita flessibili e diversificati e la diminuzione (o il venir meno) di tradizionali barriere all’ingresso al lavoro (esempio: titoli di studio) per fare spazio alle reali competenze portate dal singolo individuo.9
L’IA favorisce questo fenomeno grazie alla sua accessibilità. Sempre dal report Microsoft e LinkedIn, 77% di manager e responsabili intervistati ritengono che l’IA permetta ai talenti di accedere a maggiori responsabilità fin dai primi passi nella propria carriera, 71% preferisce assumere persone con meno esperienza ma con competenze solide in ambito IA e 66% non assumerebbe qualcuno senza competenze IA.10
Interessante conseguenza è il proliferare di competenze sui profili LinkedIn legate a vario titolo all’IA (AI-aptitude, che possiamo definire come attitudine naturale, mindset11): negli ultimi 6 mesi, LinkedIn Learning ha visto un incremento del 160% di figure non-tecniche (esempio: Project Manager) in corsi disegnati per costruire competenze su IA, e globalmente il numero di professionisti che inseriscono competenze relative all’IA sui propri profili è aumentato di 142 volte.12
Chi si forma:
Chi decora il proprio profilo di competenze relative all’AI-Aptitude:
Quali settori hanno la percentuale maggiore di professionisti con competenze di AI-Aptitude sul profilo:
Il tema delle competenze rimane comunque molto più ampio dell’AI-Aptitude.
Il Future of Jobs Report13 del 2023 indica che il 44% delle competenze dei lavoratori sarà soggetto a cambiamenti significativi entro i prossimi cinque anni: le competenze cognitive, in particolare, stanno acquisendo una sempre maggiore importanza, con una notevole crescita nel pensiero creativo, analitico e nella più generale alfabetizzazione tecnologica (importanza sottolineata, rispettivamente, dal 73%, il 71% e il 68% delle aziende intervistate).
Self-Awareness, curiosità e apprendimento continuo, resilienza, flessibilità e agilità sono considerate cruciali per i lavoratori del futuro, così come altre competenze emergenti quali pensiero sistemico, gestione dei talenti, orientamento alla cura del cliente, utilizzo di IA e big data.
Opinione personale
Le innovazioni possono essere incrementali o dirompenti. Quanto si sta osservando oggi è un uso dell’IA legato ad attività cognitive di oggi, con sperimentazioni aziendali in larga maggioranza rappresentate da prototipazioni legate ad automazione e accelerazione dei processi, e quindi tendenzialmente incrementali. E la sensazione conseguente è che usare l’IA Generativa per scrivere minute o fare draft di mail è un po’ come illuminare una cantina con una centrale nucleare.
E’ ovvio che è solo l’inizio, ed è altrettanto ovvio che siamo ancora in fase di scoperta (bolla?) ed esplorazione dello strumento. Penso comunque che la sfida vera si giochi più sul come le nostre attitudini cognitive cambieranno e, di conseguenza, capacità, competenze e attività, al di là di ciò che possiamo vedere (e immaginare) oggi. Il venir meno di percorsi standard di crescita professionale, la possibilità di accedere a segmenti di mercato precedentemente preclusi (alcuni aspetti dell’ambito creativo o analitico, per citare due esempi), la necessità di sviluppare un diverso tipo di competenze, saranno tutti fenomeni con impatti profondi e notevoli, anche se oggi difficilmente prevedibili.
AI at Work Is Here. Now Comes the Hard Part, Microsoft and LinkedIn, 2024 Work Trend Index Annual Report, LINK
Ibidem
AI and Human Interaction, cfr. nota 1
AI at Work Is Here…, cfr. nota 2
What Can Copilot’s Earliest Users Teach Us About Generative AI at Work?, Microsoft, Work Trend Index Special Report, 15 novembre 2023, LINK
AI at Work Is Here…, cfr. nota 2
9 Trends That Will Shape Work in 2024 and Beyond, Harvard Business Review, Emily Rose McRae, Peter Aykens, Kaelyn Lowmaster, Jonah Shepp, 23 gennaio 2024, LINK
Ibidem
AI at Work Is Here…, cfr. nota 2
AI at Work Is Here…, cfr. nota 2
"la sensazione conseguente è che usare l’IA Generativa per scrivere minute o fare draft di mail è un po’ come illuminare una cantina con una centrale nucleare". WOW